SCI: INTERVISTA CON GIANPIERO PORCARO, NUOVO PRESIDENTE DELLO SCI CLUB PORDENONE

Pordenone, 25.8.2015 - Al termine di una svolta quasi epocale, il purliliese Gianpiero Porcaro è stato eletto nuovo presidente dello Sci Club Pordenone. Avvocato e dottore commercialista, in passato è stato sciatore agonista. Attualmente è anche un maratoneta di buon livello (tesserato per il Gp Livenza di Sacile), tra i primi trenta in Italia della categoria Master 45.

 

 

Quand'è entrato nello sci club Pordenone?

"Nel 2012 in concomitanza con l'ingresso di mio figlio nella squadra agonistica".

 

Cosa l'ha spinta a candidarsi alla presidenza? 

"In primis la passione per lo sport e la disponibilità a fornire un contributo organizzativo. Uno sci club delle dimensioni del Pordenone è una sorta di azienda, che ha bisogno di programmazione, buona amministrazione e obiettivi a medio termine. Non ho una visione cristallina del mondo dello sci agonistico, ho anzi un approccio quasi fanciullesco. Ma è proprio tale posizione che mi consente di vedere le cose da una visuale diversa".

 

Quali sono i suoi programmi per il prossimo quadriennio?

"Le diverse esigenze impongono una separazione fra attività promozionale e agonistica, ciò che non mi risulta venga attuato nelle altre realtà. Diverse sono le aspettative, diversi sono gli investimenti e diversa deve essere l'intensità e l'impegno che gli organi societari devono profondere in tal senso. In ambito promozionale, il sodalizio deve crescere anche come veicolo per far avvicinare il maggior numero di ragazzi possibile ad uno sport così impegnativo, ma altrettanto sano e formativo. In ambito agonistico, si deve ulteriormente sviluppare il senso dell'appartenenza, gli allenatori dovranno essere istruttori e guide morali".

 

Qual è lo stato di salute dello sci locale?

"Questo sport, soprattutto a livello agonistico, impone investimenti importanti da parte di genitori e staff. Una società seria deve avere almeno cinque allenatori, dei quali almeno due a tempo pieno, nonché dotarsi di almeno quattro pulmini, oltre alle varie attrezzature. Ciò richiede la presenza di un vero e proprio direttore tecnico e un direttore sportivo. Il tutto in un mondo, quello dell'associazionismo, in cui solo lo staff tecnico viene remunerato. Non è quindi da tutti condurre un ragazzo dall'inizio (4 o 5 anni) fino al titolo di Maestro di sci. Questo il Pordenone lo ha sempre assicurato. Ben vengano comunque gli sci club che magari operano solo a livello amatoriale, riuscendo a far avvicinare tanti giovani a questo sport. Il problema sono le gare nel weekend: i ragazzi riescono ad allenarsi solo durante la settimana, cioè in orario scolastico".

 

Piancavallo è l'unico polo di riferimento o si deve anche migrare altrove?

"Piancavallo è sufficiente per la maggior parte degli allenamenti invernali, mentre quelli estivi e autunnali vengono svolti nei ghiacciai d'Austria. Avrebbe in realtà bisogno di un impianto leggero, uno skilift che copra la seconda parte della pista Sauc, con miglior sfruttamento della medesima per gli allenamenti. Su questo tracciato si potrebbe innestare l'illuminazione per le sedute pomeridiane e serali. L'alternativa è lo Zoncolan, ma è scomodo per i pordenonesi".

 

Dove e come la società da lei presieduta può fare il salto di qualità?

"Il mio compito è riconfigurare in maniera più scientifica l'organizzazione di una realtà molto articolata. Ci dovrà essere condivisione sulle scelte, quindi introdurrò incontri periodici con i genitori, nonché un sistema di valutazione, da parte dei genitori e degli stessi ragazzi, nei confronti degli allenatori e degli organi direttivi. Il miglioramento non è frutto di una persona, bensì di un gruppo che si confronta costantemente in un'ottica di vero team".

 

Pubblicato il 25 agosto 2015