Pedemontana Livenza Rugby: L’integrazione attraverso il Rugby
«Il rugby non è uno sport. È uno stile di vita», chiosava durante la sua trasferta pordenonese Martin Castrogiovanni. Lui, che vive sul monte Olimpo del rugby mondiale e, non a caso, dedica gran parte del suo tempo alla formazione dei più giovani, ama sottolineare quanto ancora al giorno d’oggi non dimentichi gli insegnamenti del suo primo allenatore, votati al rispetto per le regole e per il prossimo.
Quanto faceva notare Castrogiovanni è confermato anche nelle realtà sociali locali. Nel Pedemontana Livenza Rugby, ad esempio, anche bambini autistici o con altre serie patologie hanno apportato il proprio fondamentale contributo al gruppo.
In uno sport come il rugby c’è spazio per tutti. Il gioco sfrutta qualsiasi tipo di struttura fisica: il bambino robusto, quello alto, quello piccolo e scattante e ogni bambino è valorizzato per le sue qualità naturali. L’inserimento nella squadra di ragazzi con caratteristiche differenti l’uno dall’altro è possibile solo perché, nonostante il rugby sia uno degli sport di squadra più duri, con una fortissima componente di contatto, l’insegnamento più importante è la correttezza ed il rispetto.
Ma proprio perché c’è tanto contatto è importante insegnare, ai ragazzi per primi e ai genitori di conseguenza, che la disciplina è l’altra faccia del rugby. Non potrebbe esistere l’uno senza l’altra.
L’educazione, lo stimolo per fare ogni volta meglio della precedente, prendersi le proprie responsabilità senza alibi sono proprio ciò che rende possibile il proverbiale terzo tempo, il momento in cui le squadre avversarie si abbracciano, perché ognuna ha giocato “con” quella squadra, non “contro”.
Il terzo tempo è fondamentale nel rugby, obbligatorio, previsto dalla Federazione, oltretutto. È probabilmente il tempo più importante poiché è lì che si pongono le basi fondamentali del giocatore e dove è possibile creare un’integrazione nella squadra e fra squadre diverse.
E non solo fra i giocatori. Quando si parla di rugby giovanile, questi valori vengono trasmessi anche alle famiglie.
Il Pedemontana Livenza Rugby, ad esempio, ha accolto nelle sue fila bambini di colore, extracomunitari, americani che non spiccicano una parola di italiano, ma grazie proprio a questi importanti momenti di condivisione, si è creata l'integrazione, fra i giovani e fra le loro famiglie.
Nel rugby se cadrai ci sarà sempre un compagno, o magari un avversario, ad aiutarti a rialzarti, se sbaglierai ci sarà sempre un compagno che farà di tutto per rimediare al tuo errore come se fosse stato lui a commetterlo e, se non ci riuscirà, non ti urlerà contro ma ti incoraggerà e ti spronerà a fare meglio.
Perché il rugby non è solo uno sport, è un modo per crescere dei figli che crederanno in un mondo migliore.