Le Novità per lo sport dilettantistico post Covid, l’ultimo convegno targato Libertas
Apprezzatissimo l’intervento del tributarista Giampiero La Torre, che giovedì 20 maggio ha tenuto il convegno “Novità per lo sport dilettantistico post Covid”, organizzato dalla Libertas Servizi dietro richiesta del Centro Regionale Libertas FVG per le associazioni affiliate delle provincie di Udine, Gorizia e Trieste.
La piattaforma Zoom Meetings nulla ha tolto al carisma ed alle grandi capacità oratorie del relatore, che, con un excursus sul passato e il presente del mondo dello sport, è riuscito a fornire delle indicazioni sul futuro delle ASD, a breve ed a lungo termine.
Il convegno, disponibile integralmente sul canale Youtube della Libertas FVG (https://youtu.be/QlGUcMGHpd8), è partito con ciò che ormai è diventata preistoria: quando nel 2017 il CONI ha emanato la circolare in cui venivano elencati quali sport avrebbero potuto godere degli sgravi fiscali e quali no. Quando ancora le associazioni stavano digerendo la non-necessità (diventata di fatto una necessità) di emettere la fattura elettronica, a marzo 2020 il mondo è interessato dall’emergenza sanitaria, che ha fermato qualsiasi attività.
La preoccupazione per le società è quindi stata quella di mantenersi in vita, poiché le entrate dalle iscrizioni e dai corsi si erano fermate, mentre le spese continuavano a correre. Lo stato ha dunque predisposto una serie di ristori, cui tutti – o quasi – hanno dovuto aderire per le esigenze incombenti. Questi aiuti, come i successivi, hanno mostrato innanzitutto quanto il Governo poco conosca il mondo sportivo dilettantistico. Da un lato lo guarda con la lente della realtà produttive, dall’altro lo pone in secondo piano rispetto ad esse.
Dopo l’estate, quando più o meno si stava ripartendo, ma si parlava già di una seconda ondata, è stato emanato il Testo Unico dello Sport, suddiviso poi in 6 diverse parti. Ancora non sono usciti i decreti attuativi, seppur tutto lasci pensare che i costi di gestione saranno più elevati, e ricadranno probabilmente sulle spalle dei tesserati.
La riforma ha affrontato anche il delicato tema del lavoro sportivo. Di fatto sono state assegnate ai lavoratori sportivi le stesse categorie previste per gli altri lavoratori, senza tener conto delle peculiarità dell’ambito in cui agiscono. È prevista anche la categoria degli “amatori”, cioè quelli che guadagnano meno di 10.000 euro l’anno, ma questi, la stragrande maggioranza, non potranno ancora permettersi di vivere della propria attività professionale.
Nel testo si opera la distinzione fra attività principali e strumentali. Le attività strumentali sono quelle derivanti da sponsorizzazioni e da attività commerciali, utilizzate dalle ASD al fine di riuscire a mantenere le quote associative, dei corsi e dei tesseramenti (cioè le attività principali), accessibili a tutte le fasce di reddito.
L’ultimissimo decreto, quello del 14 maggio, stanzia dei contributi a fondo perduto per le associazioni sportive. L’ammontare della cifra, che potrebbe essere davvero un po’ di ossigeno per un’ASD, in realtà però va calcolata sulla sola attività commerciale delle associazioni, sempre stata secondaria per le realtà senza scopo di lucro, ed entro certi limiti non rilevanti ai fini fiscali. Non si tiene dunque conto di quella istituzionale, che ha invece subito le maggiori contrazioni.
L’intervento si è concluso con la notizia che tutti aspettavano: palestre e attività sportive riaprono regolarmente, anche per quanto riguarda gli sport da contatto. Possono ripartire anche gli eventi sportivi al chiuso con il pubblico. Attenzione però! L’emergenza non si è ancora conclusa, e bisogna continuare a seguire i protocolli emanati dalle federazioni, che ormai le associazioni sono abituate a seguire, nonostante tutte le difficoltà del caso.