La Polisportiva Villanova saluta lo storico parroco Don Romano
La Polisportiva Villanova Libertas si unisce al cordoglio della comunità per la recente scomparsa del parroco Don Romano Zovatto, la cui figura, che credeva fermamente che la parrocchia dovesse essere in funzione della cittadinanza e non il contrario, ha segnato una svolta per la vita del quartiere Villanova, mettendo in primo piano lo spirito di aggregazione fra i residenti.
Fu grazie al suo appoggio che nacque l’ormai celebre Festa in Piassa, il cui nucleo è fondato esclusivamente sul volontariato e sul desiderio di formare un organismo unitario in cui gli abitanti del quartiere potessero identificarsi, e dalla cui costola nacque a cavallo fra gli anni ’70 e gli anni ’80 la stessa Polisportiva Villanova, che lo scorso dicembre ha festeggiato il 10° compleanno del Palazen, segnando un’altra pietra miliare alla sua storia costellata di successi.
Non a caso, il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani ha commentato in quella occasione: «La Polisportiva ha svolto un importante servizio nel quartiere Villanova, offrendo a molti ragazzi un'alternativa alla strada, portando molti giovani all'eccellenza sportiva e, soprattutto, creando un punto di aggregazione per l'intera comunità», rendendo giustizia ad un’associazione che nel 2009 ha festeggiato i suoi 30 anni di attività e si avvicina al 40esimo compleanno con ancora l’entusiasmo e la propositività dei primi tempi.
Da quando nel 1979 la Polisportiva cominciò ad operare nella palestra “Verde” grazie al sogno di un Edoardo Muzzin ancora ventenne ma che già aveva compreso la forte valenza educativa e sociale del judo, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Con il tempo la palestra divenne insufficiente ad ospitare tutte le attività della Polisportiva, che andavano dalla ginnastica al calcio, dalla pallavolo al basket, dal pattinaggio artistico a rotelle al judo e al tennis.
Fu quindi trovata una nuova collocazione nello scantinato delle vicine scuole elementari. La sede non era perfetta, ma il vantaggio di avere un proprio spazio superava lo svantaggio di stare in una sede fatiscente con un altissimo rischio di allagamento, cosa che capitò ben 16 volte durante la permanenza della Polisportiva.
Nonostante tutto gli iscritti continuavano e crescere e il problema fondamentale era trovare sostegni finanziari per le numerose attività svolte. Fu proprio seguendo l’esempio di Don Romano che i ragazzi del settore judo cominciarono a diventare raccoglitori assidui di carta e vetro, con il cui ricavato pagarono l’assicurazione e il primo abbigliamento sportivo. Nel ‘92 la società entra in Libertas, i cui dirigenti, Lorenzo Cella prima, Ivo Neri poi, hanno contribuito alla crescita della società.
La mancanza di fondi, infatti, non limitava le iniziative, soprattutto agonistiche, che invece crescevano in quantità e qualità. Una fucina di corsi e eventi di tale portata non potevano rimanere relegati in uno scantinato. Nel 1995 infatti la Polisportiva cambiò nuovamente sede, trovando spazio in un prefabbricato la cui ristrutturazione, effettuata dal comune nelle sole parti strutturali, fu portata a termine dalla grande squadra del settore judo. In misura diversa tutti hanno partecipato materialmente alla riuscita dell’impresa, anche gli atleti e le loro famiglie, oltre che tutto lo staff e gli amici della Polisportiva, con entusiasmo e spirito di partecipazione.
L’iperattività del settore judo rese insufficiente anche il prefabbricato, sia per i corsi che per le competizioni. Fu così che, grazie al contributo del Comune di Pordenone e della Regione Friuli Venezia Giulia, dopo 5 anni di battaglie e “scartoffie”, nel gennaio 2006 iniziarono i lavori per il Palazen, che venne inaugurato il 30 settembre dello stesso anno.
Dopo 10 anni la Polisportiva è riuscita a far fronte all’ingente impegno economico comportato da questo ennesimo, ma certamente ultimo, cambio di sede. Oggi, con oltre 300 iscritti, la Polisportiva Villanova è ancora un punto di riferimento, per il quartiere, come anche per il Comprensivo Sud.
Proprio quest’anno l’associazione ha visto un giro di boa, quando la storica presidentessa Franca Bolognin, compagna di vita e di volontariato di Edoardo Muzzin, insieme al quale rappresentano il cuore e il motore dell’associazione, dopo 16 anni ha lasciato la carica di presidente al giovane Ivan Oliva.
«Non vado via completamente e resterò nei paraggi per dare il mio aiuto se servirà, ma sono felice perché so di affidare in ottime mani un’associazione solida», sono le semplici parole di commiato della presidentessa, a testimoniare un successo costruito, mattone su mattone, con l’impegno e la dedizione di una vita.