Donne in Rosa: La canoa al servizio dell’ANDOS, successo assicurato

È già un grande successo il progetto “Donne in Rosa”, nato dalla collaborazione fra l’ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) e la Scuola Nazionale di Canoa Libertas “Barbara Nadalin” e  partito in maniera effettiva circa un mese fa. Oggi conta 16 iscritte, ma è un numero destinato a crescere velocemente, visto l’enorme interesse suscitato dall’iniziativa.

Il progetto, curato nonché ideato da Graziella Biasiato e da Mauro Baron, offre gratuitamente alle donne operate al seno la possibilità di svolgere con la canoa un’attività sportiva all’aria aperta fortemente consigliata per la loro patologia, in particolare per le donne che hanno subito interventi invasivi. Pagaiare infatti favorisce la circolazione sanguigna, il linfodrenaggio e rafforza proprio l’area maggiormente interessata dall’operazione.

Ma i vantaggi di praticare la canoa non sono soltanto fisici, sono soprattutto mentali. È importante infatti uscire di casa e svolgere delle attività in compagnia, per combattere gli effetti della malattia sulla psiche, fin troppo spesso sottovalutati.

La malattia obbliga le donne a rallentare, ma se da un lato ciò può aiutarle ad apprezzare le piccole cose, cui non si fa caso per la frenesia della vita quotidiana, dall’altro può portare alla depressione. L’unico modo per contrastarla è regalare un po’ di tempo anche a se stesse, impegnandosi in nuove attività.

«Ci si rende conto che si può vivere la malattia in un modo completamente diverso, non rinunciando alla vita quotidiana – ha sottolineato Renza Zanon dell’ANDOS – Noi investiamo in tutto ciò che permetta alle persone di riappropriarsi delle proprie consuetudini o di acquisirne di nuove che possono portare felicità attraverso le strade più impensabili».

Le donne hanno abbracciato l’idea con allegria; seguono con entusiasmo e senza paura la loro istruttrice Giulia, una vera forza della natura, che sa coinvolgerle e rassicurarle.

Sebbene alcune di loro non sappiano neanche nuotare, già dalla seconda lezione sono riuscite a pagaiare in canoe individuali, con uno spirito positivo e un’armonia che è divenuto il vero collante della squadra.

«È un progetto che mi gratifica moltissimo – queste le parole senza remore di Mauro Baron – mi sono goduto i sorrisi e la serenità con cui le donne hanno accolto la proposta che abbiamo fatto. Un ringraziamento particolare va alle responsabili dell’ANDOS, che pur essendo volontarie non hanno nulla da invidiare alle professioniste del settore».

 

Pubblicato il 23 luglio 2016