Canoa. Vincere paure e disagio la missione del maestro Baron alla Burida
Il lago della Burida è diventato la sua seconda casa. E’ tra Pordenone e Porcia che Mauro Baron, allenatore di terzo livello europeo di canoa-kayak, già direttore tecnico delle Nazionali olimpiche di canoa, impegna la maggior parte del suo tempo.
Una carriera, la sua, trascorsa a pagaiare e ad insegnare questa tecnica a chi, come Daniele Molmenti e Andrea Romeo, tanto per citarne due, è riuscito a vincere una medaglia d’oro rispettivamente alle Olimpiadi di Londra e ai Campionati europei del 2008.
Ma sotto le sapienti mani del cordenonese Baron, 64 anni e non sentirli, sono anche passati atleti del calibro di Bentivoglio Turchetto, Ettore Ivaldi, Oscar Moro e Barbara Nadalin, alla quale è intitolata la rinomata Scuola nazionale Libertas di canoa al lago della Burida.
E’ qui che Baron, dopo aver lasciato una Nazionale in salute al termine delle Olimpiadi di Rio, ha creato una vera e propria fucina di giovani aspiranti canoisti. E al contempo, tra la natura, si è inventato una serie di iniziative a vantaggio delle persone diversamente abili o, come nel caso delle donne operate al seno, il progetto “Donne in rosa” pensato in collaborazione con l’Andos. Con tanto di Dragon Boat: una canoa da 20 posti con un timoniere nella parte posteriore e un tamburino a prua.
La “barca drago”, come ha tenuto a specificare lo stesso Baron, viene utilizzata sempre più spesso in quei contesti, anche scolastici, considerati difficili. “Per farla navigare – sottolinea – c’è bisogno di sincronia e, soprattutto, di un gioco di squadra. E vale una regola importante: essere concentrati e non disturbati da alcun pensiero. In quello che io amo definire binomio sport-scuola si sono affacciati molti istituisti scolastici di Pordenone e devo dire che i risultati sono stati più che soddisfacenti”.
Un po’ come il successo che Baron ha ottenuto con le “Fiabe motorie”, iniziativa avviata due anni e poi interrotta dalla pandemia. “Tra equilibrio, manualità e mobilità – sostiene il maestro – i bambini esplorano il lago. Poi, attraverso delle fiabe, come quella dei Pellerossa, vengono chiamati a compiere dei percorsi e ad arrampicarsi sugli alberi. A scuola, poi, trasformano questa esperienza in racconti, disegni e manufatti”.
Quella di Mauro Baron è una sfida quotidiana. Lui, che nel lontano 1976 all’Idroscalo di Milano è salito per la prima volta su una canoa, vuole trasmettere la sua passione per questo sport ai tanti ragazzini che ogni giorno, anche in pieno inverno, frequentano il lago della Burida. “Arriva chi, purtroppo, è stato messo in disparte in altri sport o chi non ha mai fatto nulla. Qui trovano la loro dimensione, il loro posto. Nessuno li giudica ma sanno che devono superare un’asticella, la cui altezza è decisa da loro stessi”.
Baron, insignito della Palma d’oro Coni al Merito Tecnico, è Commendatore della Repubblica per meriti sportivi.
Al lago della Burida, nonostante i grandi risultati raggiunti in carriera, il suo impegno è costante. E va oltre all’insegnamento e ai progetti didattici che, Covid-19 permettendo, proseguiranno anche nel 2022. “Sto lavorando per sistemare l’area delle canoe – sorride – e per mettere in funzione, quanto prima, la nuova casetta con tanto di servizi igienici. A Porcia, sulle sponde del lago, la primavera prossima nascerà un monolocale multiuso. A disposizione di tutti gli appassionati di questo magnifico sport”.